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Nour Eddine

Nour–Eddine


“Eccolo, il Marocco: credevate fosse lontano, dall’altra sponda del Mediterraneo, assolato, inafferabile, per taluni incomprensibile. Invece e’ tra di noi, insieme al flusso secolare e inarrestabile della sua musica…Nour Eddine ricongiunge le sue alle nostre radici, come un viaggiatore del tempo, e riavvolge il nastro della memoria arricchendolo di nuove e assortite malie… Al centro c ’e’ un’idea bella, forte e istintiva di trance, fra ritmi battenti e intrusioni jazz, sviluppi armonici creativi, la voce spericolata di Nour Eddine, che s’apre richiamandola, alla dimensione corale e la serena convivenza, tra strumenti a corda, fiati, percussioni , e ammennicoli tecnologici usati con discrezione.”
Flavio Brighenti – “ Musica” di Repubblica



Musicista, cantante e coreografo dalle antiche origini berbere. Autore di diverse opere musicali del deserto e del mediterraneo. Ha fondato vari gruppi musicali di musica etnica del deserto e Gnawa, fra cui il gruppo Azahara, Desert Sound, Jajouka, con i quali ha realizzato concerti sia in Italia che all’estero.
Ha collaborato con Tony Esposito alla realizzazione della colonna sonora del film “Storie d’amore con i crampi’ e con il gruppo Trancendental (premio Globo d’oro per la colonna sonora de “Il Bagno Turco”). Ha partecipato con il suo gruppo musicale e di danza all’ultimo film del regista algerino “L’albero dei Destini Sospesi” (54° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia) e come cantante al film “L’appartamento” di Marco Bellocchio.
Ha inoltre collaborato, sempre con i Trancendental, per la realizzazione della colonna sonora del film “Elvjs & Merilijn” di Armando Manni e del film “El Alamein” per la regia di Enzo Monteleone


Dopo il commosso omaggio ai sapori, ai profumi, ai colori e alle musiche di
Zri–Zrat, il suo villaggio d’origine che ha dato il titolo al suo primo cd, Nour–Eddine si è dedicato alla realizzazione di un progetto discografico basato sul recupero della ricchissima e affascinante tradizione tribale e rituale Gnâwa e Jahjûka, di ascendenza sufi, dal titolo appunto “Gnawa & Jahjuka Trance”.

“Coexist” allunga gli orizzonti sonori di Nour Eddine, combinando la “sua” musica, con le sonorità più moderne e contaminate della musica occidentale, che in questo caso vengono usate in maniera discreta per dare ancora più forza e attualità alla sua “necessità” di comunicare. Il risultato è pura musica “world”.

Il suo è uno spettacolo che coniuga suoni e atmosfere intrisi di profonda spiritualità con i ritmi liberatori della festosità rituale: il risultato è una trascinante cura collettiva per la mente e per il corpo.

I suoi album sono pubblicati in tutto il mondo.


ESTRATTO DI RASSEGNA STAMPA



“ …Coexist, lo dice la parola stessa e’ un disco tranculturale e transcontinentale, perennemente in bilico, assolutamente spirituale. Dentro c’e tutto quello che spera di ascoltare chi e’ pronto a saper gustare le spezie del Marocco, le cerimonie tribali e rituali Gnawa e Gahjuka di ascendenza Sufi, le programmazioni e i loop digitali, sradicati dai propri contesti, spogliati dei loro abiti orioginali e rivestiti con ritmi impuri: spaccati di mondo, scintille di musica tout- court…Uno schiaffo in faccia alle tante meteore delle nuove frontiere sonore, un segnale di elegante espressione.”
Federico Scoppio – “Jam”


"The songs are mostly ritually inspired, and the astute use of reverb not only fills out the sound but creates a haunted air just right for the remote setting being evoked. "Zri-Zrat", an album which is both well meaning and well judget".


Richard Lim - "Folk Roots"


"Almeno 1200 persone alla serata in onore della leggenda vivente della musica berbera, Nour-Eddine....."
"Il Messaggero"


"Sono i nuovi orizzonti musicali, al di là del genere e di una possibile etichetta. Con uno stile che assapora i ritmi sudamericani, nordafricani, napoletani e che comprende il colore del jazz. Una mescolanza di suoni, reinventata da Nour-Eddine nell'ultimo appuntamento del folk festival dell'Onirica. [...] Un'esecuzione che non solo riproduce la tradizione, ma attraverso buone improvvisazioni combina miscele di diverso carattere culturale..."
"Gazzetta di Parma"


"Zri-Zrat: ecco sfilare come perle di una collana dodici magnifiche canzoni, che in gran parte riprendono temi religiosi. La bella voce di Nour-Eddine e le sonorità degli antichi strumenti danno all'album un fascino che va ben al di là del suo valore documentario".
Roberto Parmeggiani - "Famiglia Cristiana"


"In quel minuscolo mondo del deserto del Marocco c'è però tanta musica, vita di un luogo diventato ormai di culto, dove da sempre le tribù dei musicisti Jajouka si incontrano con i maestri del sud della Spagna. Una fusione di culture e di vite che dà origine ad una sonorità arabo-berbera-andalusa di una sensibilità profondissima. Ed è in questa situazione fortemente spirituale che la musica di Nour-Eddine (cantante, musicista e coreografo) nasce e riproduce con fedeltà la profondità dell'anima berbera e di tutte le sfumature che l'avvolgono"
Cristiana Pumpo - "La Stampa"


"Dai rituali di trance alla espressione di una nostalgia che è sentimento universale, dalla celebrazione del viaggio del profeta al gnawa, blues del deserto in cui si incontrano le culture araba, berbera e africana...La strada percorsa da Nour-Eddine ci coinvolge in profondità, intensa e magica. Zri Zrat, un CD vero e vivo dalla prima nota all'ultima"
Prafulla - "Re Nudo"


“…musicisti ben attenti al rigore dei suoni, delle voci, degli strumenti: impermeabili alle minacce dell'occidente, ecco un lavoro severo, verace che rifugge le contaminazioni dall'esterno"
"Jam"

"Musicista e cantante. La sua voce nitida e invadente, compie piccole e incantevoli acrobazie sul canovaccio musicale berbero, ritmato dalle imponenti percussioni e arricchito dai suoni del liuto, del violino e della ghaita...."
Koblan B. Amissah - "Gazzetta del Mondo"



"Musicista, cantante e coreografo, Nour Eddine, accompagnato dal suo gruppo propone musiche e canti tradizionali del Marocco ma anche sonorità più moderne, appartenenti al Nord-Africa. Il concerto è sottolineato da antiche danze berbere e andaluse...."
Sandra Cesarale - "Corriere della Sera"



".....E' difficile segnalare un brano in particolare in un album che si segnala soprattutto per il fascino del suo insieme..."
Paolo Giovanazzi - "Etnica e World Music"



Monnalisa srl 2013


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